Il rapporto della Commissione sulla libertà religiosa internazionale (USCIRF) del 2020 ha nuovamente posto la Cina tra i primi tre paesi al mondo come fonti di “particolare preoccupazione”, insieme a Birmania ed Eritrea.
Secondo UCA News, poi successivamente raccolto dal team di Endangered Peoples, i leader cristiani cinesi hanno più volte affermato che lo spazio per la libertà religiosa si è fortemente ridotto negli ultimi due decenni, con il regime comunista che ha attuato una serie di politiche volte a sradicare ogni tipo di religione dalla società, sia essa cristiana. buddista o islamica. Essi hanno anche sottolineato che l’oppressione religiosa in Cina è più grave di quanto riportato dai media cinesi.
Nelle province di tutta la Cina, le scuole cristiane, gli insegnanti e gli imprenditori sono costretti a firmare documenti per rifiutare la loro religione oppure il governo non erogherà più loro stipendi, sussidi e pensioni. Le autorità locali inoltre negli ultimi messi hanno anche fatto irruzione e sequestrato centinaia di chiese domestiche cristiane e la rimozione continua a verificarsi giorno dopo giorno. Il Partito Comunista Cinese (PCC) ha accusato i pastori cristiani di sovversione del potere statale, sebbene tale condanna sia incostituzionale secondo le proprie leggi. Molte diocesi cattoliche sono state minacciate dalle autorità ed il clero è stato incarcerato per essersi rifiutato di unirsi all’unica Chiesa cattolica approvata dallo stato. Sussistono anche rapporti secondo cui i funzionari del PCC starebbero di recente offrendo ricompense in denaro per incentivare lo spionaggio e le notizie riguardanti le chiese domestiche sotterranee nelle case private.
Mentre la Cina nega spregiudicatamente tutte queste accuse, padre Thomas Wang ha affermato a UCA News che la Cina non ha mai risposto alle accuse di persecuzione religiosa, il governo o le evita o elude del tutto la domanda e accusa gli altri di interferire con le questioni interne della nazione. Maria Li, residente nel Guangdong, ha anche affermato che la Cina non è più preoccupata per le pressioni e le condanne internazionali, poiché hanno corrotto piccoli paesi alleati e organizzazioni (tra cui, di recente per lo scandalo Covid-19 spunterebbe l’OMS) per difendere la Cina sul palcoscenico mondiale.
Sperando che la comunità internazionale non trascuri le violazioni della Cina sulla libertà religiosa e sui diritti umani, Maria Li ha dichiarato che: “Se più paesi si uniranno e faranno pressioni alla Cina, le autorità desisteranno dall’oppressione palese, che aiuterà la Chiesa e tutte le religioni a respirare”.
Fonti: UCA News, USCIRF, Persecution.org