Il 19 maggio, il presidente del Somaliland, Muse Bihi, si è rivolto alla sua nazione per celebrare il Giorno dell’Indipendenza del paese dalla Somalia. Nel suo discorso presidenziale, ha invitato la comunità internazionale a riconoscere l’indipendenza del Somaliland, avvertendo che il suo governo esplorerà le opzioni legali internazionali qualora la Somalia continuasse a non accettare “la realtà di due nazioni indipendenti”. Il presidente del Somaliland ha inoltre invitato la comunità internazionale a riconoscere l’indipendenza della regione e ha avvertito che a meno che la Somalia non accetti la realtà di “due nazioni indipendenti”, il suo governo esplorerà strade legali internazionali.
Sebbene il Somaliland fosse storicamente un ex protettorato britannico, passò sotto il controllo della Somalia nel periodo della decolonizzazione, precisamente appena cinque giorni dopo che la regione ottenne l’indipendenza nel 1960. Tuttavia, il 19 maggio 1991, il Somaliland si staccò dalla Somalia e dichiarò l’indipendenza, attendendo ancora un diffuso riconoscimento internazionale. Un referendum popolare nella regione, promosso nel 2001, ha riaffermato l’indipendenza del Paese dalla Somalia.

Il presidente del Somaliland, Muse Bihi, ha affermato che “l’unica agenda che può portare il Somaliland e la Somalia a un tavolo negoziale è quella basata su due paesi separati che parlano di interessi reciproci e relazioni di buon vicinato. La Somalia e chiunque voglia mediare tra noi dovrebbe accettare l’inalienabile, innegabile realtà di un sovrano del Somaliland che parla con una Somalia altrettanto sovrana su questioni che favoriscono le relazioni fraterne, il nostro popolo e la regione.”
Egli ha inoltre aggiunto che: “Se la Somalia non accetterà la realtà di due nazioni indipendenti che parlano a parità di condizioni, dovrebbe dimenticarsi di un dialogo anche in futuro tra i due paesi. Noi presenteremo dunque il nostro caso a un tribunale internazionale se la Somalia continuerà a considerare il Somaliland di fatto uno stato non libero”.
Fonti: Unpo.org
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